T R I A N G O L O L A R I A N O
Il Triangolo Lariano o Penisola Lariana è la parte di terra compresa fra i due rami del Lago di Como, detto anche "Lario", da cui il nome del triangolo. Occupato da rilievi montuosi prealpini, che culminano col Monte San Primo (1.686 metri), è tagliato in senso verticale dal solco della Valassina (o Vallassina), entro cui scorre il primo tratto del fiume Lambro. L'ente territoriale ad esso corrispondente è la Comunità montana del Triangolo Lariano.
La natura
L'intero Triangolo Lariano rappresenta un patrimonio naturalistico, e non a caso viene tutelato da specifici vincoli. Di seguito una breve, ma non esaustiva descrizione di alcuni luoghi:
- Monte Piatto dove si trovano alcuni spettacolari massi erratici, imponenti masse di granito qui trasportati dalla lingua glaciale che scendeva dalla Valtellina e dalla Val Chiavenna. Di questi scriveva l'abate Antonio Stoppani: ...sul dosrso dei colli, sui fianchi dei monti, sui margini dei laghi ... dappertutto ... vedreti o solitari o in gruppi fantastici, o allineati in modo mostruoso ... pezzi enormi di granito, di porfidi, di serpentini, di rocce alpine di ogni genere evidentemente divelti da monti lontani e portati più giù a centinaia di miglia di distanza e posti a giacere così rudi ed informi, ove possono meglio stupirci ... Il fascino, non privo di mistero, di questi monumenti naturali ha indotto l'uomo del passato a associarvi leggende e riti. I massi erratici più famosi di Monte Piatto sono la Pietra Pendula e la Pietra Nairola.
- Conca di Crezzo associa alla bellezza naturale del luogo alcune interessanti osservazioni naturalistiche. La conca è in parte occupata da un piccolo laghetto, un ambiente umido ancora ben conservato, in un contesto paesaggistico suggestivo, circondato dal verde delle montagne, con una vista spettacolare sull'imponente massiccio delle grigne e sul sottostante lago di Como. Questo specchio d’acqua, di origine intermorenica, è inserito in una coltre di materiale depositato dal ghiacciaio proveniente dal ramo di Lecco durante il suo ultimo ritiro. Ha una superficie media di circa 10.600 metri quadri ed una profondità massima compresa tra 1,60 e 2,50 m.
- Pian del Tivano conca verde lambita da quel caratteristico vento del lago che ne ha preso il nome. Sul piano naturalistico merita segnalazione la presenza in zona di una rara pianta carnivora dai bei fiori gialli (Utricularia minor), in grado di catturare insetti. Diffusi e importanti sono i fenomeni carsici, fra i quali il più importante è il Buco della Niccolina che raggiunge uno sviluppo complessivo di quasi 5 km.
- Funghi di terra di Rezzago si tratta del risultato di profonde erosioni operate dall'acqua corrente nel corso di millenni e che hanno trasformato alcuni agglomerati morenici in sorta di funghi costituiti da colonne erose sormontate da un masso a cappello. Questi monumenti naturali sono immersi in boschi di robinie, noccioli, carpini. querce e frassini.
- Sorgenti del Lambro poste a 944 metri di altitudine, a Piano Rancio, in un fitto bosco di larici si trova la sorgente Menaresta, dove nasce il Lambro, e sviluppa un percorso di 130 km sino al Po. Caratteristica di queste sorgenti è la portata d'acqua variabile, dovuta al fenomeno carsico presente in queste montagne. Nelle vicinanze due famosi massi erratici la Pietra Luna e la Pietra Lentina.
- Alpe del Vicerè prende il nome da Eugenio Beauharnais, figliastro di Napoleone, che nel 1810 acquistò il pianoro ai piedi del Monte Bollettone per farvi soggiornare i propri cavalli. L'area è diventata famosa anche sotto il profilo paleontologico per l'affioramento di molluschi cefalopodi marini fossili. Un altro motivo di interesse è rappresentato dalla ragnatela di grotte che i fenomeni carsici hanno scavato nelle montagne tra l'Alpe del Vicerè e il Buco del Piombo che da l'accesso a un sistema di grotte fra i più interessanti dal punto di vista speleologico di tutta la Lombardia.
- Lago del Segrino è un piccolo lago lombardo prealpino di origine glaciale, situato tra i comuni di Canzo, Longone al Segrino e Eupilio. Si ritiene che il suo nome derivi dal latino Fons Sacer, ossia Fonte Sacra, trasformatosi col tempo in Sacrinum e quindi Segrìn (in dialetto locale). È famoso per la qualità delle sue acque e per la sua felice e tranquilla posizione, che ispirò numerosi scrittori dell'Ottocento. Ha una forma allungata in direzione nord-sud, con una lunghezza di circa 1800 m ed una massima larghezza, verso la parte meridionale, di 400 m circa. Il lago è originato dalla sbarramento della sua valle causato dalla presenza di una morena glaciale; si evidenzia la sua singolarità di lago glaciale di valle sospesa sulla sottostante pianura Padana. Il confronto della morfologia attuale del lago con quanto rappresentato nelle vecchie mappe catastali e topografiche evidenzia una progressiva riduzione della superficie del lago sopratutto nella sua parte settentrionale. Oggi il lago del Segrino costituisce un'area protetta denominata "Parco locale di interesse sovracomunale Lago del Segrino" gestita da un consorzio tra la Comunità Montana del Triangolo Lariano ed i comuni di Canzo, Longone al Segrino ed Eupilio.
I poeti
La poesia del Triangolo lariano è stata variamente interpretata; il fascino indubbio del paesaggio, variegato non meno della gente che lo abita, è diventato il tema di apprezzabili pagine descrittive, ma ancor più spesso ha contribuito a connotare un clima favorevole all'ispirazione, alla fantasia e all'espressività:
- I Plinii sono i rappresentanti più famosi dell’epoca romana a Como sono Caio Plinio Secondo, detto il Vecchio, e suo nipote Caio Plinio Cecilio Secondo, detto il Giovane. Plinio il Vecchio, nato a Como nel 23 d.C. e morto a Stabia nel 79, fu procuratore imperiale, uomo d’armi ed erudito. Di lui restano i 37 libri della Naturalis Historia, vasta opera enciclopedica. Plinio il Giovane (Como 61, Nicomedia 113), letterato, di lui ci restano le Epistolae in 9 libri, una raccolta di lettere che costituiscono una miniera preziosa di notizie relative al suo tempo e a Plinio il Vecchio.
- Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), il dinamico animatore del Futurismo, il quale molti anni prima di vivere i suoi ultimi momenti a Bellagio, aveva nel 1902 lasciato il segno del proprio temperamento a Palanzo in un'aspra controversia con un barcaiolo.
- Hermann Hesse (1877-1959) aveva condensato in poche pagine scintillant, l'emozione provata accostando, in battello da Como, la visione di Torno dal lago. Ne rimase incantato e la definì: "un amore a prima vista".
- Percy Bysshe Shelley (1792-1822) così si esprimeva: " La vista più bella è quella di villa Pliniana, essa è costruita su terrazze a giardino che si levano su dalla sponda del lago ai piedi di un precipizio semicircolare, è ombreggiata da profonde foreste di castagni. La vista del colonnato è una delle più straordinarie e insieme delle più seducenti che occhio umano abbia mai contemplato".
- Gustave Flaubert (1821-1880) aveva esplicitamente riconosciuto le seduzioni amorose del paesaggio lariano: "L'insieme del lago è dolce, armonioso, italiano. I primi piani scoscesi, tinte calde delle case; orizzonte nevoso e orlato di belle abitazioni fatte per lo studio e per l'amore...".
- Giovanni Verga (1840-1922) emozionato da un tramonto sul lago lasciò questo scritto: "nell'ora in cui sulla Grigna degradano le ultime sfumature di un tramonto ricco di colori e Bellagio comincia a luccicare di fiammelle ... e Lenno e San Giovanni vi mandano le prime squille dell'Ave Maria, voi vi chinate sul parapetto a mirare le stelle che ad una ad una principiano a riflettersi sulla superficie del lago, e appoggerete la fronte sulla mano sentendovi sorgere in petto del pari ad una ad una tutte la cose care e lontane che ci avevate in cuore e delle quali non avreste voluto staccarvi mai ...".
- Mark Twain (1835-1910) il grande scrittore americano arrivò a Bellagio nel 1876 e del suo soggiorno scriveva: "Dalla finestra della mia camera, a Bellagio, godevo della vista dell'altra sponda: mi appariva come una pittura, tanto era bella e affascinante ... I particolari di questo incredibile panorama erano stupendi ... Ci appagava il contatto con l'acqua: scendevamo le scalette, ci immergevamo e nuotavamo nel lago, a volte salivamo su una graziosa barchetta e veleggiavamo interno, tra i riflessi delle stelle. Ci stendevamo sul sedile vicino ai remi, cullati dalle allegre risate e dai canti, dalle sommesse melodie di flauti e chitarre che giungevano, attraverso l'acqua, dalle gondole che scorrevano lente ...".
- Carlo Emilio Gadda (1893-1973) tra i più grandi scrittori del novecento trascorse gli anni giovanili nella villa materna di Longone. Attorno a questa villa fece ruotare la vicenda, paradossale quanto funzionale al sarcasmo dominante nel suo capolavoro de La cognizione del dolore. Costante in queste come in altre sue pagine, l'insofferenza per l'ambiente sociale che contrasta con la familiarità del paesaggio amico.
I musicisti
Le ville di Blevio e di Torno ebbero un ruolo importante per la creatività di compositori di spicco nel primo ottocento; Bellagio fu un altro dei luoghi caro ai musicisti, che vide alla fine dell'ottocento l'istituzione del piccolo quanto elegante Teatro Donizzetti:
- Vincenzo Bellini (1801-1835) ha tratto l'ispirazione da canti popolari della regione lariana per alcune arie della Sonnambula.
- Gioacchino Rossini (1792-1868), ospite dei Belgioioso, nell'estate del 1812 compose il Tancredi, l'opera che lo avviò alla strada del successo; fu più volte ospite della Villa Pliniana.
- Franz Liszt (1811-1886) dotato contemporaneamente di genio e sregolatezza soggiornò a Bellagio in compagnia della sua amante Maria Caterina contessa d'Agoult. L'ambiente influì grandemente sulla creatività del Maestro che ricordava di aver qui "... tentato di render con la musica qualcuna delle più forti emozioni .."; per valutare l'esito straordinario basterebbe ascoltare le pagine del secondo volume del Annèes de pèlegrinage. Sempre sul Lario Maria Caterina dette alla luce la loro figlia Cosima, che più tardi avrebbe sposato Richard Wagner.
- Antonio Ghislanzoni (1824-1893) prolifico scrittore di libretti d'opera. Lecchese di nascita si trasferì ad Eupilio dove scrisse fra l'altro il libretto dell'Aida completato nell'agosto del 1870. Degli stessi anni è anche nota la correzione del finale del libretto de La forza del destino.
I pittori
Questi luoghi, ricchi di scorci suggestivi, è sempre stato amato dai vedutisti, tant'è che può annoverare fra i suoi frequentatori importanti pittori. C'è poi la particolarità di un piccolo gruppo di artisti locali attivi in uno dei più fecondi momenti della storia dell'arte, la fine del quattrocento. Fortuna vuole che di questi pittori il territorio possegga una preziosa selezione di opere, sparse in chiese o abitazioni private:
- Andrea de Passeris (1801-1835) fu il più grande, originario di Torno, emigrò da giovane a Ferrara, entrando nella bottega di Baldassarre d'Este. Rientrato in patria, il giovane pittore, lasciò a Torno una concreta testimonianza della sua arte nell'animata Ascensione su tavola che oggi si conserva presso la Pinacoteca di Brera. Altre opere importanti si conservano in borghi del Lario e della Valtellina. A Lezzeno si trova la Deposizione nella cappella di Santa Marta che affianca la parrocchiale; la Crocefissione dipinta nella chiesa di Sant'Alessandro a Lasnigo, e di omonimo tema un dipinto nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Rezzago.
- Bartolomeo de Benzi anch'esso originario di Torno e contemporaneo del de Passeris. Lasciò in Santa Tecla, a Torno, un ciclo di affreschi riguardanti gli archi del sottotetto, un tempo a vista e oggi tamponati, per cui non più visibili. Operò anche a Gravedona in Santa Maria delle Grazie, e forse in Valtellina. La sua produzione più rappresentativa si trova costodita in due chiese, a Pognana e a Nesso. La prima a San Rocco di Pognana, Bartolomeo de Benzi ornò la cupola alla maniera medioevale, cioè con le immagini dei Padri della Chiesa e dai profeti; le felici scelte cromatiche e l'evidenza del disegno del Benzi fanno di questi dipinti un capolavoro. Scorci e brani assortiti di questa pittura abbondano in Santa Maria di Vico di Nesso, piccolo gioiello di luogo di culto e di opere di bene. Alcune madonne e una rarefatta deposizione del Benzi si possono ancora leggere sui muri esterni della chiesa , mentre l'interno è dominato dal colorito polittico datato '500 e firmato dal maestro di Torno. La parete di destra sembra un'antologia, carica com'è di temi cari alla devozione tardo quattrocentesca, con Madonne circondate da una corte di santi e beati. Sono queste le immagini più avanzate stilisticamente tra quelle lasciate da Bartolomeo de Benzi.
- Bottega dei De Magistris il padre Giovanni soprannominati "il Gentilino" era considerato dalla corte sforzesca il pittore più rappresentativo tra i comaschi, di esso si conosce solo una presenza a Canzo. I suoi figli Giovanni Antonio e Giovanni Andrea hanno operato nella chiesa di San Pietro a Cassano di Albese, il primo ha lasciato una Madonna fra San Rocco e San Sebastiano, il secondo una Madonna con Bambino e San Pietro. Nel Museo Civico di Erba è presente una giovanile Madonna con Santi Sebastiano e Rocco dipinta da Giovanni Andrea.
I sapori
La variegata natura del Triangolo Lariano ha determinato nel tempo abitudini di alimentazione alquanto diversificate. Di questo sono fedele specchio alcune delle sagre che si svolgono e concentrano l'attrattiva su alcuni piatti.
I paesi di lago offrono il pesce come piatto principale della loro cucina, grazie agli ultimi pescatori capaci di procurare la specie ittica richiesta nel taglio più idoneo. Prelibatezza di queste trattorie sono gli agoni essiccati, qui chiamati messoltit e cucinati alla brace, altri piatti caratteristici sono i filetti di pesce persico cucinati alla laghéra, e pietanze saporite si traggono anche da specie ittiche non locali quali il merluzzo e l'anguilla.
Diversi sono i menù dei paesi di montagna, i principali pulénta vüncia, supa de scigulin, paradell e pulenta balota, polenta e selvaggina. Formaggi e formaggini di vario tipo, di latte vaccino e di capra sono prodotte nelle aziende agricole, come pure importante è la produzione del miele. Va intanto prendendo piede l'agricoltura biologica, sono infatti molte le aziende che hanno ottenuto il marchio biologico.